Supported byOwner's Engineer
Clarion Energy banner

Serbia SISTEMA SOCIO-POLITICO E STATO SOCIALE

Supported byspot_img
La Serbia è una democrazia parlamentare unicamerale. La formazione del Parlamento, che si compone di 250
mandati, viene decisa tramite un sistema elettorale proporzionale, a turno unico, senza preferenze, con
sbarramento al 5%. La media dei votanti nelle ultime tre elezioni (2003-2007-2008) per la formazione del
Parlamento è stata c.a. del 60% su un numero di aventi diritto che si aggira intorno ai 6,5 milioni. Finiti gli anni
novanta, e con l’inizio del nuovo secolo il partito più votato, prima delle ultime elezioni, era il partito radicale
che attestava la sua percentuale di votanti intorno al 28%. Nelle ultime elezioni (maggio 2008) si è avuto una
piccola sorpresa, il partito radicale ha mantenuto in termini percentuali la sua parte di voti, ma non ha più la
maggioranza relativa in parlamento che è passata nelle mani della coalizione pro-europa, che ha ottenuto c.a. il
38% dei voti. Questa coalizione è formata dal partito democratico del Presidente della Repubblica Tadić e dal
partito dell’allora Ministro dell’Economia (che nel 2007 aveva ottenuto il premio come miglior Ministro delle
Finanze al mondo) Dinkić, il G17, oggi vice premier e Ministro per l’Economia e lo Sviluppo Regionale. Questa è
una novità molto importante per la Serbia nel suo cammino per la completa adesione alla Comunità Europea.
Adesso, finita l’era dei tre mandati consecutivi dell’ex premier Koštunica, tutti, serbi per primi, si aspettano dal
governo del Primo Ministro Cvetković, un percorso di riforme, cambiamenti, investimenti e miglioramenti
importanti nel Paese. Un primo atto concreto in questa direzione è stata la firma e la ratifica del Parlamento, del
Trattato di stabilizzazione e associazione con l’Europa, primo passo nel percorso di adesione all’Europa dei 27.
Un altro atto in direzione Bruxelles è la redazione del piano nazionale per l’integrazione della Serbia in Europa.
Aldilà di atti formali e cartacei però, c’è bisogno di azioni concrete. Da questo punto di vista un esempio è la
strategia per il rafforzamento delle esportazioni per il periodo 2008-2011. La Serbia di recente ha già incassato
dei notevoli punti a favore, come la concessione di esportare nel resto del nostro continente il latte prodotto nel
Paese, purché rispetti le normative sulla qualità e sicurezza. Stesso provvedimento si prospetta per i cereali.
Molto altro ancora va comunque fatto. Oltre all’elezione del parlamento anche l’elezione del Presidente della
Repubblica viene fatta come diretta espressione del voto dei cittadini, però con un sistema maggioritario a
doppio turno. L’attuale Presidente della Repubblica Tadić è al suo secondo mandato, che scadrà nel 2012, grazie
alla vittoria al secondo turno nelle ultime elezioni presidenziali che si sono svolte all’inizio del 2008. Anche
questa volta come nelle precedenti presidenziali del 2004 l’attuale presidente ha sconfitto il candidato del
partito radicale Nikolić. Il numero di aventi diritto che hanno partecipato alle elezioni presidenziali nel 2008 è
il linea con i partecipanti alle recenti elezioni parlamentari, mentre nelle due precedenti tornate per le
presidenziali si attestava, al 38% nel 2003 ed al 48% nel 2004. Sia il Parlamento che il Presidente della
Repubblica hanno un mandato della durata di quattro anni.
Un potere a parte, indipendente, è quello della giustizia.
Dal punto di vista delle politiche amministrative e sociali molto impegnativo è il percorso di riforme che la
Serbia si trova a dover affrontare. Molti programmi sono stati già redatti e approvati ed alcuni hanno
cominciato a trovare attuazione, se non in toto, almeno in parte.
Esiste una strategia di riforme per l’amministrazione e la gestione statale, i cui obiettivi fondamentali si ispirano
a quelli che sono i trend internazionali:
✔ passaggio da una società Informatizzata
✔ passaggio da una visione economia nazionale ad una più ad ampio raggio
✔ passaggio da una pianificazione di breve periodo (cosiddetta d’emergenza) ad una di lungo periodo
✔ passaggio da una amministrazione statale centralizzata ad una sempre più decentralizzata questi elementi ispiratori hanno portato alla definizione degli obiettivi più importanti da raggiungere, che
possono essere così riassunti:
✔completamento del processo di costruzione di uno stato democratico, basato su principi di responsabilità,
chiarezza, economicità ed efficacia
✔costruzione di una amministrazione statale rivolta ai cittadini, capace di offrire sia al settore pubblico che
privato un livello di servizi di alta qualità a costi ragionevoli
I due obiettivi sopra citati dovranno essere ottenuti seguendo e attuando alcuni principi guida:
➢ decentralizzazione
➢ de-politicizzazione
➢ professionalizzazione
➢ razionalizzazione
➢ modernizzazione
Soprattutto questi principi, che in altri Stati potrebbero sembrare cosa scontata, in Serbia assumono una
importanza molto rilevante, particolarmente nel settore dell’amministrazione pubblica.
Per quel che riguarda la decentralizzazione questa andrà effettuata secondo uno tra questi tre metodi:
· devolution
· deconcentrazione
· delegazione
o in base ad una loro combinazione. Quando si parla di decentralizzazione non si pensa solo a quella
amministrativa ma anche a quella fiscale. La de-politicizzazione andrà conseguita attraverso il rafforzamento e
l’allargamento di un sistema di impiego e di carriere basato sulle capacità professionali e sui risultati ottenuti,
ma anche stabilendo meccanismi, sia interni che esterni, che impediscano ingerenze politiche nelle carriere
degli impiegati a qualsiasi livello.
Professionalizzazione, significa costruire enti ben istruiti, responsabili ed efficaci, all’interno dei quali lavorino
impiegati preparati ed al servizio dei cittadini. Razionalizzazione ha come finalità la costruzione di enti
organizzati in maniera ottimale che riescano ad offrire un elevato livello di servizi minimizzando le spese.
La modernizzazione si può sintetizzare con il processo di informatizzazione sistematica e semplificazione dei
processi amministrativi e con la formazione del personale a questo scopo. La via è quella di integrare ed
implementare il sistema attuale con nuovi e più funzionali strumenti informatici.
All’interno della strategia di riforme per l’amministrazione e la gestione statale, rientra la riforma del sistema
degli stipendi per gli impiegati statali. Allo stato attuale i dipendenti pubblici hanno uno stipendio fra il 10% ed
il 20% più basso dei dipendenti privati; è necessario cercare un livellamento ed un adeguamento agli attuali
costi della vita. La riforma del sistema degli stipendi, però, va aldilà di un semplice aumento e rientra in un più
ampio discorso di riqualificazione dei dipendenti attualmente operativi, là dove possibile, e dell’assunzione di
nuovi dipendenti qualificati.
Per avere un’idea del numero di persone che direttamente sono interessate da queste ed altre riforme, ecco
alcuni dati:
Numero di persone impiegate in società con proprietà statale – 692 mila circa
Numero di persone impiegate nella pubblica amministrazione e nell’assicurazione sociale – 143 mila circa
Numero di persone impiegate in società con proprietà sociale – 235 mila circa
Altra importante riforma é quella che riguarda la difesa sociale e la diminuzione della povertà, nel rispetto ed in
accordo alle direttive europee. In quest’ottica gli obiettivi principali della riforma sono:
il miglioramento del sistema di individuazione delle persone in condizioni disagiate, delle persone
impossibilitate a lavorare, l’incremento dei servizi di assistenza sociale, con una attenzione particolare alle
persone con esigenze particolari e/o portatori di invalidità, fornendo assistenza a domicilio ed aiuti, il
miglioramento del sistema di informazione dei cittadini sui programmi di assistenza sociale e lo sviluppo di
progetti speciali per l’integrazione dei rom, dei rifugiati e delle persone sottoposte ad emigrazione forzata.
I dati inoltre rilevano che in Serbia:
 esiste un numero di rifugiati che varia dai 250.000 ai 300.000
 vivono 490.000 poveri che equivale al 6,6% della popolazione
Il numero di persone che in Serbia sono assistite, è il 14,7% degli households, circa 113 mila persone, che sono
assistite in base alle leggi sul Social Welfare, un numero in diminuzione rispetto agli anni precedenti.
I modi adottati per aiutare le persone sono:
 indennità familiari
 indennità di assistenza
 assistenza per la ricerca di lavoro
 cura della casa e cura quotidiana, riparo temporaneo, sistemazione in altre famiglie e istituzioni
 mezzi per chi vive in istituzioni e altre famiglie
 sussidi economici una tantum
Le singole municipalità possono inoltre fornire altri aiuti:
 indennità di maternità
 indennità per bambini
 assistenza per i costi negli anni pre-scolastici per bambini non assistiti da genitori
 assistenza per i costi negli anni pre-scolastici per bambini con difficoltà sviluppate
 rimborso dei costi sostenuti negli anni pre-scolastici per bambini di famiglie finanziariamente
vulnerabili.
Nel sistema di assistenza sociale rientrano anche le persone diversamente abili, per le quali però non ci sono dati
ufficiali né sul numero totale, né sul tipo di difficoltà. Alcuni dati indicano solo che più dell’80% ha più di 45
anni, e che in maggioranza vivono nelle aree extra urbane.
In discussione in Parlamento c’è una legge fondamentale, non solo per il Paese al suo interno, ma anche per la
sua adesione alla Comunità Europea, quella che riforma la normativa antiriciclaggio e contro la corruzione.
In programma ci sono altre riforme sociali come quella contro il fumo, per il miglioramento delle condizioni di
vita degli anziani, per la diminuzione della disoccupazione e il miglioramento delle condizioni dei lavoratori.
Ulteriore progetto di riforma riguarda la protezione ambientale, per un miglior sfruttamento delle risorse, una
migliore difesa e rispetto dell’ambiente e per ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici e migliorare le
condizioni della salute pubblica e della qualità della vita. Esistono grandi opportunità di investimento nelle
tecnologie pulite, nello sviluppo di prodotti ecologicamente accettabili, nella creazione degli impianti di
riciclaggio, etc. Nel periodo 2007-2016 è previsto nel Paese un livello di investimenti pari a 4,2 miliardi di euro,
la quota maggiore per l’energia 1,2 miliardi, un miliardo per la gestione dei rifiuti, circa 850 milioni per l’acqua
ed altro ancora.
Tutte le riforme, quelle sopra menzionate e altre quali ad esempio quella del sistema di controllo e sorveglianza
per la riduzione della corruzione o ancora altre, sono appoggiate, sostenute, qualche volta imposte, finanziate o
co-finanziate, dalla comunità internazionale e/o dalla comunità europea o da una delle loro agenzie come ad
esempio, l’agenzia europea per la ricostruzione.
Supported by

RELATED ARTICLES

Supported byClarion Energy
spot_img
Serbia Energy News
error: Content is protected !!